Concorso “Logo Habitat Rupestre” Matera 2010


La grafica sintetizzata nel logo proposto pone l’accento sull’emozione archetipica prodotta dal segno dell’antropizzazione degli ambienti rupestri: lo spazio scavato che si incunea nelle profondità della roccia e che ne sollecita la scoperta.
Unione di necessità funzionali, di accortezza realizzativa e padronanza delle tecniche di scavo, tali spazi sembrano attivare in ognuno di noi una risposta istintiva, un’ancestrale relazione con il rifugio-riparo in grotta, la tana, a cui naturalmente si rifanno.
Indipendentemente dal loro livello di finitura, dalle decorazioni che li arricchiscono, dalle funzioni che assolvono, tutti questi spazi sono accomunati da tale elemento che si manifesta attraverso forme organiche, smussate dall’uso e dal tempo, prodotte da un’intima relazione.
Che si tratti di spazi sacri, di abitazioni o di semplice uso funzionale, la risposta primaria resta quella.
E quella il logo cerca di catturare e riprodurre nella necessaria sinteticità dei segni ed in una impostazione compositiva che collega due aree, quasi quadrate e accostate, in cui si dispongono il logo, a sinistra, e il testo organizzato sulla destra.
Il logo rappresenta l’articolato spazio interno di un antro rupestre ideale che, secondo una vista prospettica sviluppata da una sintetica sezione in nero a forma d’anello, conduce lo sguardo verso un passaggio sul quale una piccola finestra aperta sull’esterno getta macchie di luce naturale.
Il logo fa uso di segni grafici in colore nero pieno, variabili nel loro spessore a riprodurre la naturalezza di un gesto manuale. Il caldo colore sabbia modulato e schiarito in sfumature verso il bianco puro a ricreare gli effetti della luce naturale proveniente dall’unica apertura e che si stende prevalentemente sul pavimento e sul soffitto, suggerisce la natura sedimentaria delle rocce proprie dell’habitat lucano.
Lo stesso effetto chiaroscurale viene enfatizzato anche nella scelta delle nuance in toni di grigio.
Sempre nella logica del solo uso del nero una possibile terza versione del logo vede l’uso dei soli segni grafici senza le campiture a sfumatura, anche se in quest’ultimo caso, si perdono le sensazioni primarie che il logo intende trasmettere.